lunedì 18 gennaio 2016

Recensione: "Il profumo delle foglie di limone" di Clara Sánche

Spagna, Costa Blanca. Il sole è ancora molto caldo nonostante sia già settembre inoltrato. Per le strade non c'è nessuno, e l'aria è pervasa da un intenso profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in rotta con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. È confusa e si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una bussola per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgono nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell'inferno. Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, dietro il loro sguardo pacifico, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mathausen, che da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Ora, forse, può smascherarli e Sandra è l'unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi. Adesso Sandra l'ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché ciò che è successo non cada nell'oblio.


LA MIA RECENSIONE

Forse andrò controcorrente ma a me il libro è piaciuto.

Interessante la scelta dell'autrice di costruire il romanzo sul racconto dei due protagonisti, narratori di sé stessi.
Coinvolgente la storia che conduce il lettore a riflettere sull'Olocausto attraverso gli occhi dei due protagonisti: un anziano sopravvissuto e una giovane donna che conosce di questa tragedia solo quanto dicono i libri di storia.

Sicuramente preferisco Julían a Sandra perché quest'ultima è un po' una che non sa stare al mondo, si infila in situazioni ambigue e anche se ne ha la possibilità non ne esce fuori. Non sono riuscita ad affezionarmi alla protagonista femminile e forse questo ha penalizzato la mia esperienza del romanzo.

Belle le riflessioni sulla vecchiaia, bello l'incontro tra due generazioni e due universi che, paralleli, popolano ogni angolo di ogni città, ma solitamente non si interfacciano.

Speravo si parlasse di più della storia dei due norvegesi, di tutta la Confraternita (compresa quella di Alberto che probabilmente era una delle più interessanti) e che venisse coinvolta un po' di più la figlia di Julían, che sembra invece disinteressata al padre.

Il titolo non mi è ancora chiaro adesso e neanche la copertina.


In alcuni momenti la storia è noiosa e per questo merita 4 stelle.

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